Wednesday, September 21, 2011

Iran. Condanna definitiva per l'avvocata Nasrin Sotoudeh


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MARTEDÌ 20 SETTEMBRE 2011 11:15 REDAZIONE

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Resterà in carcere  Nasrin Sotoudeh, una dei pochi avvocati rimasti a difendere i diritti umani in Iran. La Corte d’Appello di Teheran ha emesso la condanna definitiva per la donna, in carcere per aver difeso donne, oppositori e minorenni rinchiusi nel braccio della morte.
Nasrin Sotoudeh, 48 anni, sposata e con due figli, è un’avvocata iraniana. Ha rappresentato e difeso in procedimenti legali numerosi minorenni carcerati nel braccio della morte, studenti , curdi, oppositori politici e anche la premio Nobel per la Pace Shirin Ebadi. La Corte di Appello di Teheran le ha ridotto la pena da dieci a sei anni di carcere e l’interdizione a praticare la professione da venti a dieci anni.

La notizia è stata diffusa dagli attivisti per i diritti umani a Teheran. Nasrin è rinchiusa da ormai un anno nel famigerato carcere di Evin. Il quotidiano britannico The Times ha pubblicato in prima pagina la foto della Sotoudeh con il titolo: “La donna che è stata messa in carcere per aver osato difendere la libertà”. L'opinione pubblica internazionale negli ultimi mesi si era mobilitata per lei con azioni di pressione sul governo iraniano.
Stretta collaboratrice di Shirin Ebadi, esponente della campagna "Un milione di firme" per cambiare le leggi discriminatorie contro le donne, Sotoudeh ha difeso molti attivisti dei diritti umani, attivisti per i diritti delle donne, di minori vittime di abusi, di bambini che rischiano l'esecuzione e, cosa che negli ultimi tempi deve aver fortemente irritato il regime, di dissidenti incarcerati per aver manifestato contro i brogli che hanno viziato l'elezione di Mahmoud Ahmadinejad alla presidenza della repubblica Islamica.
Condannata  per “aver minacciato la sicurezza nazionale”, per “propaganda contro il regime” e per essere apparsa senza velo sul capo in un video che aveva inviato nel 2008 in occasione del primo “Human Rights International Prize” come ringraziamento per averle conferito il riconoscimento che la donna  non aveva potuto ritirare di persona perché le autorità iraniane le avevano confiscato il passaporto.

Per gli attivisti dei diritti umani Nasrin Sotoudeh “è stata arrestata solo perché svolgeva il suo lavoro”. Le autorità insistevano con lei perché la smettesse di concedere interviste ai media stranieri sui detenuti politici che erano stati arrestati dopo le contestate elezioni presidenziali del 2009. Le era stato anche ordinato di abbandonare la difesa di Shirin Ebadi, accusata di evasione fiscale.

Nasrin ha protestato contro il regime di isolamento impostole in carcere, ha fatto un lungo sciopero della fame e ora rifiuta di partecipare alle poche visite della famiglia concessele. Anche il marito Reza, grafico pubblicitario, ha subito pressioni nei mesi scorsi ed è stato "avvertito" di smettere di parlare con la stampa.

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