Tuesday, January 18, 2011

Iran: Nasrin Sotoudeh, avvocatessa per i diritti umani deve essere rilasciata!


http://www.amnesty.it/detenzione_avvocatessa_Nasrin_Sotoudeh_Iran

Data di pubblicazione dell'appello: 17.01.2011

Status dell'appello: chiuso

AU: 197/10 F2 MDE 13/005/2011

Nasrin Sotoudeh © Payvand.com
Nasrin Sotoudeh © Payvand.com
Grazie alle 2007 persone che hanno firmato in favore di Nasrin Sotoudeh. vi terremo aggiornati sull'evoluzione della sua storia.

Terzo Aggiornamento

Nasrin Sotoudeh, avvocatessa iraniana per i diritti umani, madre di due bambini di 10 e tre anni, è stata condannata, il 9 gennaio, a 11 anni di carcere. Le è stata preclusa, inoltre, la possibilità di esercitare la professione legale e di lasciare l'Iran per 20 anni. È prigioniera di coscienza, detenuta solo in relazione al suo lavoro di avvocato, e deve essere rilasciata immediatamente e senza condizioni.
Nasrin Sotoudeh, avvocatessa per i diritti umani, è stata condannata a 11 anni di carcere per "atti contro la sicurezza nazionale", "propaganda contro il regime" e per la sua appartenenza al Centro per i difensori dei diritti umani (Chrd). La donna nega di aver mai fatto parte del Chrd. Queste accuse derivano solo dalla sua attività di avvocato per i diritti umani. Il giorno stesso in cui la sentenza di Nasrin Sotoudeh è stata emessa, dalla sezione uno del Tribunale rivoluzionario, che ha sede nel carcere di Evin (dove Nasrin Sotoudeh è detenuta), è stato convocato il marito, Reza Khandan, per essere interrogato entro sette giorni. Anche l'avvocato della donna, Nasim Ghanavi, ha riferito di essere stato convocato.


Dal momento del suo arresto, il 4 settembre 2010, Nasrin Sotoudeh è stata per lo più tenuta in isolamento nel carcere di Evin, Teheran. La sua salute è stata indebolita da tre scioperi della fame per protestare contro la sua detenzione senza accuse né processo e le sue condizioni detentive. Mentre inizialmente le erano concessi contatti molto frequenti con la sua famiglia e l'avvocato, ora può chiamare la sua famiglia una sola volta alla settimana. Nasrin Sotoudeh ha potuto incontrare i suoi due figli in soltanto due occasioni e soltanto dietro uno schermo di vetro (una "cabina"), mentre può incontrare il marito, Reza Khandan, ogni due settimane.
 
Reza Khandan ha trascorso una notte nel carcere di Evin a Teheran. Il 16 gennaio è stato chiamato a comparire presso l'ufficio del procuratore della capitale iraniana. Dopo aver atteso tre ore, è stato condotto in una cella, dove ha dovuto indossare la divisa da detenuto. È stato interrogato per circa 10 minuti con gli occhi bendati e ha chiesto che due delle sue risposte fossero messe per iscritto. Gli è stato comunicato di essere stato accusato di "pubblicazione di falsità" e di "disturbo dell'opinione pubblica" per aver inviato una lettera alla procura della repubblica in cui si lamentava delle condizioni di detenzione della moglie, Nasrin Sotoudeh.
È stato rilasciato il giorno dopo, il 17 gennaio, dopo il pagamento di una garanzia di 500 milioni di rial iraniani (circa 37.000 euro); questo denaro sarà incassato da un garante nel caso in cui l'uomo non si presenti alla prossima convocazione. La sorella di Nasrin Sotoudeh si è offerta di fargli da garante, ma le autorità non l'hanno ritenuta adeguata ed è stato individuato un'altra persona. Reza Khandan rischia ulteriori maltrattamenti e di essere arrestato nuovamente.

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